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Flora e fauna

Duo Chierichetti - Garosi

Flora e fauna

Un concerto che unisce trasformazione, poesia e virtuosismo: dai paesaggi sonori di Rettagliati e Villa-Lobos alle raffinate miniature vocali di Wiener, Boulanger e Gruenberg.

Rocce metamorfiche, della compositrice di origine piacentina Barbara Rettagliati, fa parte diuna Suite in tre parti dedicata alla pianista Leonora Baldelli. Come le rocce ha un disegno monocromo, che tuttavia lentamente, ma con forza, si modifica restando innestato sulle stesse radici armoniche.

Prole do bebè n.2 di Heitor Villa-Lobos è stata scritta un secolo prima di Rocce, negli anni Venti del secolo scorso. Questa serie è dedicata alla famosa didatta Aline van Barentzen, la quale pare abbia dato anche un gran contributo compositivo ai nove quadri che la compongono. Prole do bebè n.1 è dedicato alle bambole, mentre il n.2 ai piccoli animali giocattolo. È una “famiglia del bebè” molto virtuosa e pianisticamente articolata, con una scrittura che rispetta la poliritmia tipica delle composizioni di Villa-Lobos. In essa ascoltiamo temi tratti dal Brasile popolare e dai canti indigeni, resi e filtrati attraverso una cifra compositiva colta, che trova chiari richiami ai grandi Maestri della Parigi dell'epoca.

La seconda parte del concerto esplora un repertorio vocale cameristico inusuale, affascinante e divertente. Un bouquet di mélodies tratte da Chantefleurs di Jean Wiener ci introduce in un giardino rigoglioso e variopinto, in cui i fiori del poeta surrealista Robert Desnos, tratteggiati in forma di squisite miniature musicali, danzano ai nuovi ritmi del ‘900 o rievocano i modi antichi.
Deux ancolies è tratta dal ciclo Clairières dans le ciel, l’opera forse più importante di Lili Boulanger, compositrice francese, sorella della più nota Nadia, scomparsa in giovanissima età. L’obbiettivo “fotografico” del poeta, Francis Jammes, e quello della compositrice si stringono qui su di un fenomeno naturale nascosto e quasi irrilevante, due fiori che oscillano al vento sulle pendici della collina, per restituirci una riflessione esistenziale che, grazie al felicissimo incontro di poesia e musica, percepiamo intensa ed attuale.

Chiudono il concerto tre art songs tratte da Animal and Insects, un lavoro del compositore americano Louis Gruenberg che risale agli anni Venti del Novecento. I testi sono di Vachel Lindsay, un poeta che fu particolarmente dedito anche alla singing poetry, ovvero alla scrittura di versi direttamente destinati alla musica. Il tono spiritoso e pittoresco delle poesie di Lindsay ben si colloca nello stile e nelle sonorità di Gruenberg, piuttosto innovative per l’epoca, e ci trasporta, in compagnia di piccoli e grandi esemplari del creato, in un’atmosfera da Cabaret di un secolo fa.

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