Ci sono quattro verbi servili nella lingua italiana - devo, posso, voglio, so - e il loro utilizzo non solo cambia la nostra percezione dei compiti, ma addirittura determina se saremo in grado di portarli o no a termine. "Devo studiare per un esame importante" è molto più opprimente di "posso mettermi a studiare con impegno", ma "voglio studiare" e "so prepararmi adeguatamente e cantare bene" sono cariche di energia pura che doniamo a noi stessi e che ci proiettano con fiducia al di là di ogni ostacolo. ***
Ecco 5 suggerimenti pratici per controllare il nostro approccio con lo studio, perché il posso e voglio siano sempre la nostra lingua naturale o, più semplicemente, per trarre il massimo piacere e risultato da ciò che come cantanti sappiamo già fare piuttosto bene: studiare uno spartito.
Scrivi, prendi nota. Segna a margine ciò che ti colpisce, nella musica o nel testo, oppure tieni un quaderno su cui annotare i tuoi appunti, soprattutto mentre sei in fase di studio. Scrivere rende concreti e tangibili i tuoi pensieri, li porta fuori dal tuo cervello e dona loro una forma e una consistenza. Scrivere ti aiuta a pensare, semplicemente. Tornare, a distanza di tempo, a rivedere le tue annotazioni ti aiuterà a riconoscere i tuoi schemi ricorrenti, i tuoi gusti, ciò che ti accende o ti spegne in termini energetici. Scrivere aiuta anche a memorizzare più velocemente il testo che si canta. In particolare, usare carta e penna riesce a fissare nella mente parole e concetti molto più efficacemente che digitare al computer.
Bastano due persone per creare un “song club”: studia insieme a un collega o confrontati con un insegnante, un pianista, un musicologo un semplice appassionato, su di uno stesso brano (o ruolo d’opera, per esempio). Ognuno si pone davanti alla musica e alla poesia con il suo personale setting di emozioni, con il suo background culturale e la sua esperienza di essere umano. E’ illuminante scoprire il punto di vista di un altro su un materiale che anche tu conosci bene, spesso si scopre che è possibile avere due visioni opposte o molto dissimili, spesso si cambia idea con rinnovato entusiasmo.
Inizia a studiare il tuo pezzo dandogli una lettura generale (ti aiuterà moltissimo saper suonare almeno discretamente il pianoforte!), anche se difficilmente potrai capire tutto in una volta. Che sia opera o musica da camera stai sempre raccontando una piccola o grande storia. Quando hai capito “come va a finire”, torna all’inizio e rileggi la prima frase: probabilmente suonerà molto diversa rispetto alla prima lettura e ti si aprirà un livello di comprensione inaspettato. Ripeti con altre frasi o sezioni che ti erano sembrate poco chiare o poco interessanti.
Fatti domande. Tante. Da dove il poeta o il librettista hanno preso ispirazione, perché le loro parole hanno ispirato il compositore e in che modo; quali sono i modelli letterari e musicali che essi considerano importanti; quali eventi storici fanno da cornice agli autori, quale sfondo lo scrittore ha scelto per i suoi personaggi; che cosa vedevano gli autori dalle loro finestre, quali suoni o rumori potevano sentire, perché hanno sentito il bisogno di scrivere; che cosa succedeva nel mondo delle arti figurative o della letteratura in un certo periodo, quale scoperta scientifica aveva portato novità o rivoluzioni. Ognuna delle risposte che ti darai non solo aggiungerà significato alla tua interpretazione, ma ti porterà a ricercare e conoscere infinite altre storie, artisti, composizioni, autori, personaggi, mondi.
Viaggia con la tua musica. Se hai in programma un viaggio scegli di ascoltare e studiare qualcosa che abbia a che fare con la tua meta: se vai a Parigi dedicati a Debussy, per esempio, e portalo con te mentre giri i musei più famosi. Oppure portati la Bohème e vai a caccia di facce parigine che incarnino, secondo la tua fantasia, i suoi meravigliosi personaggi. L’esperienza che assorbi da una pagina di musica si connette con la tua esperienza personale e rimane impressa a fuoco da qualche parte nella tua memoria, pronta a infondersi nella tua interpretazione alla prima buona occasione. Anche la tua vacanza si arricchirà di una dimensione extra, perché una buona colonna sonora è un tesoro per le nostre esistenze.
***per approfondire: Il coltellino svizzero, di Annamaria Testa, Garzanti.
Comments