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Come ti senti?

Chi canta per professione sicuramente conosce l’importanza di una buona registrazione della propria voce. Non è solo l’uso personale a renderla necessità (imparare a ri-ascoltarsi e a conoscersi, in pregi e difetti, ci rende cantanti migliori), ma anche la richiesta sempre più pressante di fornire validi demo ad agenzie e teatri, corsi e concorsi, audizioni e perfino esami di ammissione al Conservatorio. Non ultimo, il piacere e le buone abitudini di self-marketing che ci invitano a pubblicare sui social le nostre migliori o più recenti performances.


Ricordiamo che i contenuti che lasciamo online parlano di noi e rimangono molto a lungo in circolazione. Come produrre materiale registrato di qualità?

Il metodo più popolare: lo smartphone.

Ha senso registrarsi con il telefono? In realtà un po' di senso ce l'ha, anche se chi con l'audio ci lavora inorridisce al pensiero.


PRO nr.1: praticità di uso e di condivisione. Il telefonino è sempre nelle nostre borse e tasche, quello che ci registriamo può essere condiviso praticamente ovunque (web, social, mail) con un clic. Al grido di "meglio fatto che perfetto", il nostro smartphone può far viaggiare velocemente molti giga verso ogni direzione e su ogni supporto.


PRO nr.2: In più il materiale registrato su smartphone è in qualche maniera già postprodotto, anche se, diciamo, con il machete. Di default, infatti, questi dispositivi applicano al segnale parecchie modifiche, come limiter, equalizzazione, filtro passa alto, qualche volta de-noiser e altri ancora, ottimizzando (mi si chiude lo stomaco mentre lo scrivo) il segnale per il dispositivo stesso.


Il risultato è che molto spesso una registrazione fatta con il telefono, con microfoni risibili, sembra suonare meglio, sul telefono stesso, di una effettuata con un registratore leggermente più professionale. Sì, perché uno dei controsensi più diffusi è che spesso ci preoccupiamo di registrare propriamente e con buoni mezzi tecnici un'esibizione o una sessione di studio, senza tenere conto che poi, nella maggiorparte dei casi, il nostro audio verrà ascoltato con diffusori piccolissimi, spesso neanche in stereo, in grado di riprodurre solo una parte delle frequenze registrate.


Succede lo stesso anche con il video, se ci pensate: su un supporto piccolo come lo schermo del telefono è facilissimo che sembrino di gran lunga migliori quelle immagini riprese con il telefono stesso (che anche in questo caso applica svariati trucchetti al segnale), piuttosto che quelle girate con videocamere di qualità notevolmente superiore. Perché? Perché questi ultimi files video richiedono ancora cura e postproduzione.


 

Quindi è meglio usare il telefonino per registrarsi? No! Perchè il file prodotto della registrazione è completamente artefatto e suona quasi bene solo sul telefono stesso!


CONTRO nr.1: il file di quel bellissimo concerto o di quell’aria venuta così bene non potrà essere postprodotto, ovvero lavorato con piccoli aggiustamenti e correzioni, per una condivisione buona su ogni supporto e quindi professionale.


Perché è necessaria la post-produzione? La musica classica è molto dinamica, cioè l'escursione tra il piano e il forte è molto più grande che in altri generi. Se sei in autostrada e vuoi ascoltare un CD di classica od opera (c’è qualcuno lì fuori che ascolta ancora CD??) noterai che sei costretto a regolare costantemente la manopola del volume: i piani sono inudibili e i forti così forti da farti sbandare! Questo non accade con un brano pop, per esempio, o con le stazioni radiofoniche, perché normalmente basta selezionare, all’inizio e una volta per tutte, il livello di volume adeguato al rumore di fondo.

Per avvicinarsi a questo risultato serve comprimere il segnale dell’audio di classica, cioè mettere una sorta di stop ai suoni troppo forti per poter alzare il volume medio senza che i forti "clippino" o saturino. (In parole povere, vuoi sicuramente evitare che sull’acuto del soprano esploda all'improvviso quel suono demoniaco che ti fa immaginare la testa della cantante ruotare di 180 gradi e ti fa correre a cercare un rosario sepolto in qualche cassetto.)

Questa modifica del segnale audio si fa in postproduzione con strumenti chiamati compressori, o altri chiamati limiter, ed è esattamente quello che fa il telefono in automatico: proprio per questo automatismo, però, con la registrazione via smartphone le dinamiche originali risulteranno drammaticamente cancellate per sempre. Un altro esempio: sull’acuto del cantante il suono del pianoforte che lo accompagna sembrerà di colpo sparire, creando un bruttissimo ‘effetto bolla’ sicuramente poco professionale.


LA BUONA NOTIZIA: registrare bene senza spendere troppo, si può! Troverai i miei migliori consigli nei prossimi post. A presto!








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