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  • Immagine del redattoreAnna

G come Gentilezza

Novembre è il mese della gentilezza e noi cantanti siamo esseri gentili e ricchi di grazia, non è vero? Abbiamo il superpotere di riconoscere, ricreare e abitare l'armonia, la melodia, la poesia. Se la serata è giusta e il pubblico caloroso, sappiamo essere generosi nel donare ogni nostra bella qualità e nel ringraziare alla fine con un inchino riconoscente e sincero. Tutto fantastico, ma siamo sempre gentili con la nostra voce, soprattutto all'inizio di una frase?


L'attacco del suono di un cantante lirico deve sempre essere gentile, salvo particolari casi espressivi che comunque stanno nel regno dell'una tantum: morbido, educato, pulito e deciso, ricco, promessa sincera di tutto ciò che di bello sta per nascere da quell'istantanea emissione.

L'attacco corretto e morbido si realizza quando una modesta pressione sottoglottica si accoppia con una adduzione “dolce” e completa delle corde vocali; l’inizio della vibrazione cordale è allora in sincronia con l’inizio del passaggio dell’aria attraverso la glottide. (Franco Fussi, L'attacco vocale e il filato)

Ok, facile no? (scherzo!). Modesta pressione, adduzione dolce, sincronia. Come sempre dobbiamo cercare immagini che ci aiutino a riportare a noi delle informazioni fisiologiche che, pur comprendendo, fatichiamo ad applicare, fatichiamo a 'sentire' perché ci manca, in particolare, l'elemento visivo. Siamo lo strumento e non vediamo corde, casse, martelletti, dita che premono, canne d'organo che vibrano. Quando però aggiungiamo sensazioni e immagini in modo libero e creativo ci aiutiamo, ci diamo elementi in più, attiviamo molteplici connessioni neuronali, insomma aumentiamo le probabilità di riuscire a realizzare la nostra idea di suono.


Ecco la mia personale fantasia sul tema. Parto dal fatto che nella mia visione un cantante è un tramite, un mezzo di trasporto, creativo ma non creatore e demiurgo, semplice interprete non solo di una musica già scritta, ma anche del Suono che è ovunque. (Ascolta questo TED talk di Meklit Hadero per un po' di ispirazione aggiuntiva in merito!).

Immagino il suono come un potente fascio di luce che mi passa proprio in alto a destra, come venisse da un proiettore dietro la mia schiena, dal fondo del palcoscenico. Tutto ciò che devo fare è agganciarmi morbidamente: non impastare argilla o scolpire marmo, ma semplicemente sintonizzarmi su quella frequenza e diventare parte di essa, con un movimento semplice, regolare e senza scatti.


In altre parole, hai presente un filobus e la sua asta di captazione? (Sono andata su Wikipedia per sapere il nome tecnico, quindi puoi controllare anche tu di che si tratta! per i milanesi doc 'perteghetta'). Mi piace immedesimarmi in quel collegamento sottile e flessibile tra la macchina e la linea elettrica aerea, che, una volta stabilito, non si interrompe mai: è fluido, lineare, naturalmente fatto di energia.


E tu? Dove ti porta la mente prima di un attacco? Hai qualche strategia per trovare morbidezza e incisività allo stesso tempo?

L'attacco gentile fa bene a noi, alla nostra salute vocale e al buon umore; si prende cura della musica e del nostro ascoltatore, accompagnandoli con grazia a destinazione. Buon mese della gentilezza!





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