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L'invenzione del laringoscopio

Manuel Garcia junior (1805-1906), figlio di quel Garcia che fu il primo Conte Almaviva del Barbiere di Siviglia, ebbe una breve carriera teatrale, ma lunga attività di maestro di canto a Parigi e Londra. Fratello maggiore di Pauline Viardot e Maria Malibran, ha attraversato l'intero XIX secolo occupandosi di canto lirico; il suo lavoro di sistematizzazione del metodo di insegnamento del padre, il Traité complet de l'Art du Chant, è ancora adesso valido sotto molti aspetti e senz'altro, nel complesso, illuminante.


Qui il racconto dell'intuizione datata 1854 che l'ha portato a inventare il primo laringoscopio:


Io volevo sapere, io desideravo ardentemente sapere, quali sono le cause che determinano i registri e i timbri, ovvero quali sono le origini certe della voce; perché certi esercizi (che abbiamo scoperto con metodi assolutamente empirici) la sviluppano. la assottigliano, la stancano, la afonizzano o la spezzano. Perché certi cantanti professionisti perdono tutto ad un tratto alcune note e poi le recuperano, a volte con il riposo, a volte con una dieta, a volte con un determinato allenamento vocale? Perché una voce è velata? Da dove vengono la raucedine, l’erre moscia? Ah se esistesse un metodo pratico per vedere la laringe in azione durante il processus del canto, quali preziose informazioni si potrebbero raccogliere tanto in rapporto all’insegnamento quanto da un punto di vista terapeutico e chirurgico!

 

Infine, un giorno, passeggiavo per le Gallerie di Palais Royal (1854) quando vidi in un negozio degli specchi disposti in un certo modo dal vetrinista. Fu un grande giorno. Emozionato corsi come un pazzo da Charrière per comprare un piccolo specchietto da dentista dal lungo manico e poi rientrai, sempre di corsa, a casa. Dopo averlo scaldato leggermente lo introdussi fino all’ugola nella mia bocca aperta, in modo da proiettarci sopra i raggi solari attraverso un altro specchio a mano. Con mia immensa gioia vidi chiaramente riflettersi nello specchio più grande posto davanti a me, la glottide aperta e una parte di trachea. Fu una cosa semplice e per questo non mi prendo grande merito.


da Mèmoires de Louise Héritte-Viardot * Une famille de grands musiciens




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